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Monday 24 December 2012

CLAUDIA RODEN




Quando,qualche tempo fa,questa signora mi propose di scrivere un post a quattro mani
su Claudia Roden,devo ammettere che mi sono sentita come la volpe a cui venne chiesto di guardare il pollaio.
Il blog della signora in questione mi e' particolarmente caro,la Roden e sempre stata,per me,una vera ispirazione e scrivere questo post e' stato un piacere ed una gioia.
Claudia Roden e' un autrice piuttosto prolifica e sono particolarmente contenta del fatto che,grazie a questo progetto, e' stato possibile proporre diverse ricette della Roden in un colpo solo.
Oltre alla cenetta qui proposta,infatti,ne troverete un'altra da Acquaviva scorre

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Claudia Roden nasce a Il Cairo nel 1936 da un'affluente famiglia ebrea trasferitasi in Egitto dalla Siria.
"Tirata su" da una nanny slovena,a quindici anni viene mandata a studiare a Parigi e a diciotto approda a
Londra per studiare arte.Nel 1956,per via della crisi di Suez,i suoi genitori la raggiungono a Londra e da quel momento non ritornano mai nella loro terra natia. Claudia stessa non rivede Il Cairo per altri 30 anni.
Gia' in questo breve paragrafo emergono i temi fondamentali che pervadono le opere della Roden:da un lato il cibo come parte della nostra identita',bagaglio che ci portiamo dietro dovunque andiamo,e dall'altranl'interesse per la cucina
di quelli che alcuni chiamano "della seconda diaspora",ovvero le tradizioni popolari della cucina ebraica diffusasi in tutto il mondo dopo la seconda guerra mondiale.
E' per questo che la Roden non ha interesse verso la cucina dei grandi cuochi e dei ristoranti stellati:tutta la sua ricerca e' compiuta attraverso famiglie ed individui,spesso nelle comunita' ebraiche,ed il
risultato finale e',almeno nel caso di A Book of Middle Eastern Food,considerato determinante.La Roden
viene da una famiglia borghese,dove era considerato inconcepibile che una donna dovesse lavorare
per guadagnare del denaro.I suoi genitori furono orripilati quando la Roden comincio' a lavorare per
l'Alitalia a Piccadilly e quando A Book of Middle Eastern Food divenne uno straordinario successo editoriale si preoccuparono addirittura di informare tutti i conoscenti che la loro cara figliola non aveva certo scritto il libro per denaro...
Nel 1959 Claudia sposa Paul Roden,un businessman proveniente da una famiglia di emigrati russi.
I due hanno tre figli e per diversi anni la Roden si dedica al mestiere di mamma.
Dopo di che' subentra il desiderio di trovare altre ricette e storie legate al cibo e,delusa da cio' che poteva fornirle la British Library,l''autrice comincia a recarsi nelle ambasciate dei paesi mediorentali ed intervista coloro in attesa di visto,oppure entra nei negozi di tappeti,per chiacchierare con i lavoratori iracheni le raccontano le loro esperienze culinarie.Il matrimonio dura quindici anni,e al quel punto la Roden vive del proprio lavoro,insegnando cucina e poi dedicandosi alla scrittura di altri libri.L'autrice e'nel frattempo diventata madrina della Food Chain,organizzazione londinese che si preoccupa di offrire dei pasti salutari ad individui sieropositivi.E' inoltre co-direttrice dell' Oxford Symposium on Food and Cookery,importantissimo convegno annuale inglese a tema gastronomico,in cui e' subentrata ad uno dei fondatori,lo storico Alan Davidson.

Bibliografia

A Book of Middle Eastern Food,1968
A New Book of Middle Eastern Food,1970
Picnic:The Complete Guide to Outdoor Food,1980
Coffee,1981
Mediterranean Cookery,1987
The Food of Italy,1990
Invitation to Mediterranean Cooking,1992
The Book of Jewish Food:An Odissey from Samarkanda and Vilna to the Present Day,1997
Tamarind and Saffron: Favourite Recipes from the Middle East,1999
Foolproof Mediterranean Cookery 2003
Arabesque:Sumptuous Food from Morocco,Turkey and Lebanon,2005
Simple Mediterranean Cookery,2007
Food of Spain,2011



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Empanadillas de atun y pimiento
tratto da The Food of Spain,2011






Ingredienti
Per la pasta
375 gr. di farina
125 gr. di olio d'oliva
125 gr. di acqua tiepida
6 gr.di sale
1 tuorlo d'uovo,per spennellare

Per il ripieno
80 gr. di cipolle finemente tritate
35 gr. di olio d'oliva
100 gr. di peperoni arrosto tagliati a pezzetti
300 gr. di pomodori in scatola,senza succo
100 gr. di tonno in scatola,ben scolato
14 olive ,tagliate a pezzettini (io le ho omesse)
un poco di prezzemolo tritato
sale e pepe
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1: soffriggere le cipolle nell'olio d'oliva,fino a quando
saranno soffici e traslucenti.Aggiungere il prezzemolo,i pomodori,sale
e pepe e cuocere fino ad ottenere una salsetta densa.

2: aggiungere il tonno,i peperoni (senza liquido) e,se gradite,
le olive.Lasciar raffreddare per bene.

3: mischiare olio d'oliva,acqua (Roden dice acqua o vino bianco,a voi la scelta)e sale.
Quindi aggiungere gradualmente la farina fino ad ottenere un impasto liscio e
malleabile.

4: stendere la pasta (non ci sara' bisogno d'infarinare il piano di lavoro)e ricavarne
tanti dischetti (l'autrice dice 16-20,mi sembra di ricordare di averne ottenuti 16).
Riempire ogni dischetto con un cucchiaio abbondante di ripieno,spennellare i bordi
del dischetto con del tuorlo d'uovo e ripiegare la pasta in modo da ottenere una
mezza luna.Sigillare la pasta premendone i bordi con i rebbi di una forchetta.

5: spennellare le empanadillas con il restante tuorlo,collocarle in una teglia appena
unta con dell'olio d'oliva ed infornare a 180 gradi per 25-30 minuti.

Tagine T'Faia
tratto da The Book of Middle Eastern Food,1968




Ingredienti
1 pollo da 1Kg. circa,diviso in 8-10 pezzi
olio d'oliva
250 gr. di cipolle,tritate finemente
un pizzico di zafferano
un cucchiaino bello colmo di zenzero in polvere
170 gr. d'acqua
5 o 6 uova sode
90 gr. di mandorle a lamelle tostate in un po' di burro
1 cucchiaio colmo di prezzemolo tritato
sale e pepe
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1: salare il pollo e dorare per bene in una padella con un filo di olio
d'oliva.

2: mettere le cipolle sul fondo del tagine,ricoprire col pollo e col
prezzemolo.

3: "sciogliere" zafferano e zenzero nell'acqua,quindi versare l'acqua nel
tagine.Coprire e cuocere a fiamma molto bassa per circa 90 minuti.

4: aggiustare di sale e decorare con le uova sode e le
mandorle tostate.

Ayva Tatlisi
tratto da Mediterranean Cookery,1987





Ingredienti
2 mele cotogne,senza torsolo e tagliate a meta'
60 gr. di burro
60-80 gr. di zucchero
60 gr di yoghurt + 1 cucchiaino di zucchero
2 + 1/2 cucchiaini di acqua di rose
chicchi di melagrana e mandorle a lamelle tostate
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1: mettere 15 gr. di burro e 15-20 gr. di zucchero in ognuna delle cavita'
delle mele cotogne e sigillare per bene con carta d'alluminio.

2: adagiare i pacchetti cosi formati su una teglia ed infornare per 60-80 minuti
a 190 gradi circa.

3: mischiare lo yoghurt con 1 cucchiaino di zucchero ed aggiungere l'acqua di rose.
Lasciar intiepidire le mele cotogne,quindi ricoprirle con un po' di yoghurt,mandorle
tostate e chicchi di melagrana.

Note.Non ci sara' bisogno di pelare le mele cotogne e con questo metodo di cottura
la buccia e' assolutamente commestibile.
Il tagine e' ancora piu' buono se preparato un giorno in anticipo,per cui
questa e' una cenetta decisamente piu' facile da preparare di quanto sembri.

BUON APPETITO e BUON NATALE!

Monday 10 December 2012

SALAME DI MELA COTOGNA


Scambiando commenti e leggendo i vari blog del mondo virtuale,e' impossibile
non notare quante similarita'/punti in comune possano esserci tra le cucine di diverse culture.Prendiamo la cotognata,una classica preparazione italiana,sfortunatamente un po' in declino.Non e' forse uguale alla cotignac/pate de coings francese,al membrillo spagnolo o alla kotonjata della Croazia?La versione che segue e' piu' ricca di quella
classica e contiene vari ingredienti,ma il punto di partenza rimane lo stesso.Ho il
sospetto che il declino della mela cotogna possa avere a che fare col fatto che e' uno dei pochi frutti che richiede preparazione e cottura ed oggigiorno abbiamo sembre meno tempo.La mela cotogna ha un profumo ed un sapore quasi d'altri tempi e,nonostante la mangi sin da bambina,per me ha sempre conservato un tocco di esotico.Forse non e' un caso che la mela cotogna si sposi cosi bene con acqua di rose,melagrane,kaymak,oltre che con le carni grasse (Yotam Ottolenghi fa un ottima mela cotogna ripiena d'agnello e
questa signora propone un maiale con le mele cotogne altrettanto allettante).
Ma torniamo alla ricetta,che' semplicissima ma che richiedera' un po' del vostro
tempo.Si tratta di una cotognata vestita a festa,quasi come se questa preparazione voglia incontrarsi con il panforte.Fa sempre un' ottima figura sulla tavola natalizia
e,piuttosto che perdermi in superlativi,vi appioppo un imperativo:se gradite le mele cotogne, FATELA.
E' una preparazione che io chiamo affettuosamente "cotechino di mela cotogna",ma il nome salame di mela cotogna (Salama od Dunja) e' senz'altro piu' corretto.Probabilmente
avrete capito dal nome originale della che si tratta di una ricetta dell'Est,specificamente dell'ex Jugoslavia,tratta da una pubblicazione del 1938.
Ecco come farla.

INGREDIENTI
1 kg di mele cotogne (850 gr circa una volta nettate)
220 gr del loro liquido di cottura
mezza srecca di cannella
3 chiodi di garofano
620 gr di zucchero
160 gr di mandorle,leggermente tostate
120 gr di frutta candita/essiccata (ho usato mele,ciliegie,prugne e albicocche)
30 gr di succo di limone
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1: ricoprire le mele cotogne con abbondante acqua,aggiungere le spezie
e cuocere fino a quando saranno belle tenere.

2: rimuovere le spezie,mettere da parte 220 gr del liquido di cottura e
ridurre le mele cotogne ad un puree col passaverdura.

3: portare il liquido messo da parte e lo zucchero ad ebollizione.Aggiungere
il puree di cotogne e cuocere fino a quando il tutto comincera' ad addensarsi
notevolmente ed a staccarsi dalle pareti della pentola.



4: rimuovere dal fuoco,aspettare 2 minutini,quindi aggiungere la frutta,le mandorle
(entrambi tritati finemente) ed il succo di limone.



5: lasciar sfreddare brevemente e quindi,con l'aiuto della carta forno formare
un salame.Volendo si puo' far rotolare il salame nello zucchero semolato,ma cio'
non e' strettamente necessario.

NOTE. La ricetta originale non specifica i tipi di frutta da utilizzare,per cui ci si
sbizzarire con cio' che piu' piace.Preciso che le mele che ho usato erano
candite e non essiccate,queste ultime possono essere un po stoppose anche dopo
l'ammollatura.Immagino che il dolce si mantenga tranquillamente per 3-4 settimane
ma a casa mia non e' mai arrivato alla settimana...

BUON APPETITO!