Contrariamente alle voci messe in in giro dai miei vicini di casa,non mi trovo in Inghilterra per proclamare la superiorita' assoluta della cucina italiana.Ciononostante,quel minimo di "stiff upper lip" che sono riuscita ad acquisire con gli anni va a farsi benedire quando sento certe accuse rivolte alla cucina nostrana.Qui in Inghilterra,per ragioni alquanto misteriose,si pensa che la pasticceria italiana sia basilare e non particolarmente eclatante.Questi son commenti che ignoro nel caso vengano fatti da un diciassettene brufoloso nel bel mezzo della sua catering school (quei signorini che mandi in cella frigorifera a prendere le bietole e tornano con gli spinaci,per intenderci).Il problema e' che queste constatazioni vengono fatte spesso da personaggi di un certo "spessore" e ,generalmente,con un po' di conoscenza della cucina italiana.Prendi il caso del signor Matthew Fort:Fort e' uno scrittore/critico gastronomico molto amato e rispettato.Amo il suo stile,i suoi articoli son sempre interessanti e, particolare non irrilevante,ha girato in lungo ed in largo l'Italia in Vespa,alla scoperta della vera gastronomia italiana.Nella sua recensione di "Nigelissima" ,il piu' recente sforzo dell'eroina nazionale,Fort stronca il libro,pur ammettendo che il tomo ha i suoi meriti."La sezione dedicata ai dolci e' probabilmente la parte migliore del libro.Meno male,dato che la cucina italiana e' molto debole quando
si parla di dolci".
Sono io l'unica folle a pensare che il signor Fort abbia preso un granchio? Mi rifiuto di indicare l'ignoranza come causa di una simile affermazione,ed istintivamente penso che Fort,preso dalla pigrizia,abbia semplicemente seguito la convenzione.
Forse una sorta di "nostalgia dolciaria" mi fa sopravvalutare la nostra pasticceria? Penso a torte della nonna,capresi,veneziane,panforti e zuccotti,canestrelli,cantuccini,cassate e torte paradiso,pastiere,cannoli,sbrisolone,zuppe inglesi,bonet,torte di riso e di ricotta,zeppole e frappe e, francamente, "very weak" non e' la descrizione che userei....
Ed ora che mi son tolta questo bel peso dalla stomaco,procedo con una ricetta di un buon biscotto italiano,non conosciutissimo ma non per questo meno delizioso di altri biscotti piu' famosi.
La ricetta viene da un blog bellissimo che non ha certo bisogno di tante presentazioni,La vetrina del Nanni.
E' un blog imperdibile per chiunque abbia un interesse verso la pasticceria ed in cuor mio penso che anche il signor Fort dovrebbe cominciare a leggerlo.
Questi biscotti hanno una storia carina,facilmente rintracciabile nel web ma che vale la pena riportare qui.
Le offelle di Parona sono una specialita' lombarda nata nel fine Ottocento per mano di due sorelle,Elena e Pasqualina Colli.Tradizionalmente associate alla festa della Madonna del Rosario,le offelle vennero originariamente chiamate
linin dal vezzeggiativo del nome di una delle due sorelle,e venivano vendute a numero,anziche' a peso.
La ricetta era un segreto custodito gelosamente e le sorelle Colli rifiutarono,tra la sorpresa generale, di cedere la ricetta all'industriale Pietro Guglielmone,nonostante la generosa(per quei tempi)offerta di ventimila lire.
La produzione delle offelle soffri un certo declino,fino a quando,all'inizio degli anni 70,grazie alla Pro Loco di Parona vennero definitivamente rilanciate.Nonostante le offelle di Parona vengano prodotte industrialmente,dalle mie parti sono assolutamente introvabili.Ora posso farle e sbafarle a mio piacimento...
La ricetta e' quella di Nanni,tale e quale.
INGREDIENTI
200 gr di burro
200 gr di zucchero superfine
20 gr di olio d'oliva extra vergine
90 gr di uova intere
500 gr di farina
10 gr di lievito chimico
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1: montare il burro e lo zucchero,ed aggiungere gradualmente uova ed olio senza smettere di montare.
2: setacciare farina e lievito ed aggiungere alla montata di burro,uova ed olio,incorporando per bene
senza pero' lavorare eccessivamente l'impasto.
3: avvolgere l'impasto cosi ottenuto nella pellicola e lasciar riposare in frigorifero.Io l'ho
lasciato nel frigo per due ore ed ho trovato l'impasto assai facile da maneggiare.
4: stendere l'impasto col mattarello e con l'ausilio di un poco di farina (una leggera spolverata sul
piano di lavoro),fino allo spessore di 2,5 mm circa.Ritagliare una sagoma ellittica con le estremita'
appuntite usando della carta da forno ed usare la sagoma,ed un coltello affilato, per ritagliare i
biscotti.
5: adagiare le offelle su una teglia ricoperta di carta da forno e lasciar riposare in frigo per 10-15
minuti.Nel frattanto accendere il forno e portare a 160 gradi.
6: infornare le offelle e cuocere fino a quando saranno dorate,12 minuti circa.
NOTE. La mia sagoma di carta da forno era appena inferiore alle dimensioni suggerite da Nanni ed ho il
sospetto che, nonostante cio' che dichiari la manopola del mio forno, la temperatura fosse
leggermente piu' alta di 160 gradi, Cio' nonostante le offelle sono venute benissimo.Sono dei
biscotti sobri e delicati,assolutamente perfetti con il te'.
Nonostante questa sia la forma classica delle offelle di Parona,esiste una variazione di questi
biscotti,anch'essa della Lomellina, a forma di rana.Non mi dispiacerebbe mettere le grinfie sulla
ricetta,dato che,nascosto in qualche angolo della casa, ho uno stampino a forma di rana!
BUON APPETITO!